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VIAGGIO NEL CARCERE DI ANGOLA: IL PIÙ GRANDE PENITENZIARIO DI MASSIMA SICUREZZA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA.

by Michele Recupero

Appena arrivati alle 9:00 (ore 16:00 italiane) entriamo nel museo di Angola, che il direttore Burl Cain ha inaugurato nel 1998, sono esposti alcuni oggetti arrugginiti e una sedia elettrica fuori uso, una vecchia cella completa di tutto, un vecchio carro funebre, oggetti arrugginiti dal tempo inerenti il famoso penitenziario.

Aspettiamo l’arrivo del responsabile addetto stampa del carcere Gary Young, che ci accompagna per un giro nel penitenziario facendoci accomodare nel fuoristrada della prigione, in via eccezionale dopo aver firmato un documento ci autorizzano per filmare e fotografare dentro il penitenziario, varchiamo l’ingresso principale dopo un primo controllo. Gary ci spiega che “Angola” è la più grande prigione di massima sicurezza del Stati Uniti: occupa più di 35 Km² di terreno e ospita allo stato attuale 6300 detenuti a differenza degli altri penitenziari visitati dalla CRIVOP, che avevano dormitori cristiani, Angola ha dormitori misti, di differenti religioni. La Louisiana ha il tasso di detenuti adulti più alto degli Stati Uniti. A causa delle severe leggi dello stato, almeno il 95% dei detenuti muore dentro la prigione. Un tempo era la prigione più violenta d’America. La situazione ha cominciato a cambiare negli anni settanta, quando un giudice federale chiese una radicale riorganizzazione del penitenziario.

Un tempo Angola era una piantagione dove gli schiavi tagliavano le canne da zucchero. Alla fine dell’ottocento diventò un luogo di detenzione, con i condannati che lavoravano per le aziende locali. Nel 1901 fu trasformata in una prigione di stato.

Veniamo condotti, dopo aver percorso con il fuoristrada parecchia strada, in un padiglione dove vi si trova un’officina. Incontriamo John, da 27 anni ad Angola, la sua condanna è di omicidio di 2° grado, non solo ha finito di scontare la condanna, ma per 8 anni ha fatto il missionario in un altro penitenziario portando la sua testimonianza ai detenuti ed un messaggio di speranza in Cristo Gesù. Il Direttore del carcere da alcuni anni ha inserito un programma di rientro, ed oggi lui si trova ad Angola per gestire una struttura di officina meccanica, di queste strutture lavorative ci sono 15 scuole di formazione per varie mansioni lavorative, che sono frequentate da 40 detenuti per ognuna.

Passiamo davanti al campo “D” dove ci sono alcuni dei dormitori per i detenuti con 1000 posti. In questa parte del penitenziario, ci spiega, si possono incontrare alligatori ed orsi bruno, una lunga distesa di grano ed altri prodotti agricoli, affiancano il nostro tragitto dentro la prigione, in lontananza notiamo una lunga fila di detenuti che torna dai campi di cotone, angola è più di una città, troviamo anche una riserva naturale di cervi, non fa parte di Angola ma, è confinante.

I detenuti possono incontrare le loro famiglie 7 ore al mese, non possono avere rapporti intimi con i coniugi, possono frequentare la cappella insieme ecc..

La cappella che visitiamo, è una delle più grandi che ci sono ad Angola (in tutto cinque), ci sono circa 800 posti a sedere, mentre le altre 4 sono di circa 250 posti a sedere; entrando notiamo un folto numero di detenuti, ci viene spiegato che, stanno svolgendo un corso biblico per pastori, fuori della cappella ci soffermiamo con Sem che con un sorriso smagliante ci racconta, che è da 33 anni si trova ristretto ad Angola. Oggi è un Pastore protestante detenuto. Ne approfittiamo nel riprendere la sua testimonianza.

Veniamo accompagnati nel refettorio dove ci viene offerto qualcosa da mangiare, l’accoglienza dei detenuti è meravigliosa, dopo avere pranzato, ci soffermiamo con alcuni di loro facendoci raccontare la loro testimonianza filmandola, tra cui Lerry, Merrit detto Juanito, un detenuto portoricano che fa da giornalista di nome The Angolite e che, ci invita, a testimoniare dell’opera della CRIVOP per stamparla successivamente in un giornale del carcere.

Passiamo da una cappella che la costruzione è stata voluta con le donazioni raccolte dal figlio di Billy Graham.

Ci conducono in una sezione dove 16 detenuti sono impegnati nell’allevamento di cani da guardia e lupi ibridi.  Gli esemplari sono un incrocio tra Zeus, maschio di pastore tedesco, e Sanak, femmina di lupo selvatico. Gli ibridi sono addestrati al pattugliamento notturno delle recinzioni esterne, già elettrificate, ed alla sorveglianza di almeno tre dei sette campi che compongono il complesso, ogni animale ha oltre 330 metri di territorio e può coprirlo molto velocemente. Le guardie, che si prendono cura di loro, garantiscono che gli animali sono pronti a mordere in caso d’evasione.

Ci viene comunicato che nel penitenziario vi è una stazione radio “American Family Radio”, una stazione cristiana e conservatrice. Troviamo anche degli edifici per il personale penitenziario di circa 1800 dipendenti. Il primo campo da golf aperto al pubblico realizzato nell’area di un penitenziario il “View golf course” e più di un cimitero con tante croci bianchi in un prato verde.

Ore 12:55 entriamo nella sez. F del braccio della morte con un totale di 83 detenuti, ci viene comunicato che è la sezione più sicura degli Stati Uniti, non possiamo filmare ne intervistare, entriamo attraverso una gabbia corazzata con vetri blindati, ci incamminiamo lungo un corridoi dove vi sono sulla nostra sinistra delle stanzette blindate per colloqui con le famiglie e con gli avvocati, dove si parlano attraverso un vetro blindato con telefono, varchiamo altri due cancelli blindati entrando nel cuore della sezione dove nel centro vi è la sala operativa con doppia blindatura con agenti che comandano tutta la sezione attraverso un sistema ad alta tecnologia, possono staccare ed attaccare sia l’energia elettrica che l’acqua nelle varie celle; intorno alla sala operativa gli ingressi delle 6 sezioni che conducono alle 16 celle per la capienza di una persona a cella, nel camminare lungo la sezione notiamo i detenuti che leggono oppure che ascoltano musica con delle cuffie, i detenuti sono chiusi 23 ore al giorno, di cui 1 ora d’aria (tre volte la settimana) in delle gabbie (10) all’aria aperta di un 8 x 4 metri, con canestro, dove singolarmente si possono allenare, mentre gli altri 4 giorni in una sezione chiusa dove fanno il passeggio singolarmente. Incontriamo Philip che allenandosi in una gabbia, presentandoci, scambiamo due parole, incontriamo Lester una persona anziana che, non ci da tanto retta, mentre Brennon, ci dedica pochi secondi essendo per loro tempo prezioso, ci domanda le situazioni delle carceri in Italia, dopo avergli dato qualche chiarimento, il volontario Marco gli dice: Gesù ti ama…e lui gli risponde: “grazie, Dio ti benedica!” Nel suo volto leggiamo il bisogno di parlare con qualcuno, ma non ci viene permesso, lo salutiamo lasciandogli un pezzo del nostro cuore.

In 20 anni (ci viene riportato), ci sono stati 10 casi di suicidio, solo nel 2012 due casi, nel gennaio 2010 è stata eseguita l’ultima esecuzione capitale, lo stato della Louisiana a differenza degli altri stati non è molto favorevole alla pena di morte, pertanto si cerca in tutti i modi, dove possibile, a tramutarlo in ergastolo. Alle 13:20 (ore 20:20 italiane) usciamo dalla sezione del braccio della morte. Alle 13:45 (ore 20:45 italiane) usciamo dal penitenziario di Angola.

Hanno partecipato al Tour in Angola :

Recupero Michele (Fondatore Presidente Nazionale CRIVOP Italia),

Domenico Pazzi (Vice Presidente CRIVOP Campania),

Marco Esposito (Volontario CRIVOP Campania),

Donald Harrison (Volontari di Angola)

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